BERLINO – I ministri dell’Economia e Protezione del clima e dell’Ambiente tedeschi, Robert Habeck e Steffi Lemke, sono contrari alla proroga dell’attività delle centrali nucleari in Germania oltre l’obiettivo di graduale denuclearizzazione del Paese nel 2022. È quanto riferisce il settimanale “Die Zeit”, aggiungendo che la Germania sta valutando di continuare a utilizzare l’energia nucleare. Lo scopo è far fronte alla carenza di forniture di idrocarburi dalla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.
In un documento congiunto, i dicasteri guidati da Habeck e Lemke, entrambi esponenti dei Verdi, evidenziano che, “dopo aver soppesato benefici e rischi, non è consigliabile” prorogare l’attività delle tre centrali nucleari ancora operative in Germania, “neanche in considerazione dell’attuale crisi del gas”. Si tratta delle centrali nucleari Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2. La chiusura dei siti è prevista per la fine del 2022.Per il ministero dell’Economia e della Protezione del clima, mantenere attivi gli impianti nucleari oltre tale scadenza potrebbe fornire “soltanto un contributo molto limitato alla soluzione del problema e con costi economici notevolmente elevati”.
In particolare, “lo Stato dovrebbe assumersi una grande quantità di rischio”. Per i ministeri di Habeck e Lemke, un riavvio delle centrali nucleari già chiuse è fuori questione, se non altro perché la licenza di esercizio è scaduta. Mantenere operativi gli impianti di Isar 2, Emsland e Neckarwestheim “non porterebbe ulteriori quantità di elettricità nell’inverno 2022-2023, ma al più presto dall’autunno 2023 dopo il riempimento con barre di combustibile di nuova produzione”. Inoltre, il proseguimento dell’esercizio dovrebbe essere accompagnato da ampi controlli di sicurezza e dalla formazione del personale per ciascuna delle tre centrali nucleari. Per giustificare questo impegno sul piano economico, sarebbe infine necessaria una proroga dell’attività dei siti “per almeno tre o cinque anni”.