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Energia: Confindustria, imprese costrette a interrompere produzione

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ROMA – I decreti varati fino ad ora sul tema energia “non sono sufficienti ad arginare una crisi che, senza interventi urgenti, tanto di carattere congiunturale che strutturale, rischia di produrre un danno irreversibile al tessuto produttivo nazionale”. Lo ha detto Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria, nel corso dell’audizione, presso le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera svolgono nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n. 17 del 2022 “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali”.

Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria

“Nel 2021 il prezzo dell’energia elettrica è passato da circa 50 euro/megawattora a circa 200 euro/megawattora, con un incremento del 400 per cento, e quello del gas da 20 euro/megawattora a 80 euro/megawattora”, ha spiegato Mariotti, evidenziando che “anche nei primi mesi del 2022 i prezzi hanno continuato a gonfiarsi con un aumento del 200 per cento”. “Oggi l’incremento assomma a 1497,8 per cento dei prezzi rispetto a febbraio 2020, 15 volte prezzo di allora”, ha aggiunto. “Questi costi hanno azzerato margini profitti e molte imprese hanno deciso di interrompere la produzione perché non più economicamente sostenibile”, ha proseguito.

Come Confindustria “proponiamo di integrare la misura di aiuto congiunturale ma con effetto strutturale, mettendo a disposizione nei confronti del settori industriali elettrointensive circa 25 kilowattora ad un prezzo prestabilito pari a circa 50 euro/megawattora”. “In cambio, l’industria si impegnerebbe a sviluppare investimenti per una capacità produttiva equivalente a 12 gigawattora da fotovoltaico e cinque gigawattora per la produzione eolica”. “Proponiamo poi che le misure introdotte per lo sviluppo della produzione di gas naturale a prezzi calmierati siano accompagnate da un credito di imposta che deve essere garantito sul piano congiunturale dal primo gennaio 2022 fino alla disponibilità fisica di gas” e che “le agevolazioni previste sulle aliquote fiscali e parafiscali per elettricità e gas siano adottate ai livelli massimi consentiti dalla disciplina comunitaria”, ha concluso.

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