Il desiderio di somigliare ai vip ha portato molti pazienti a sottoporsi a chirurgia plastica, ma ultimamente sta spopolando una nuova moda: sottoporsi ad interventi chirurgici per somigliare ai filtri Snapchat. Si chiama “Snapchat dysmorphia” e colpisce principalmente i giovani sotto i 30 anni che, selfie dopo selfie, si convincono di dover somigliare a quell’insieme di pixel visibili sullo schermo del proprio smartphone.
La richiesta è banale, seppur incongruente: ricostruire la fisionomia del proprio volto, rendendolo il più possibile analogo allo scatto col filtro, ovvero all’immagine ritoccata, chiedendo labbra più carnose, occhi grandi e nasi sottili. Il dimorfismo da Snapchat mette in evidenza come la funzione ludica offerta da una feature contenuta nella app stia diventando un vero e proprio standard di bellezza, generando nel soggetto affetto una vera e propria ossessione.
È forse il momento di offrire un’adeguata formazione fin da piccoli nell’utilizzo di quell’oggetto denominato smartphone, che ormai ci accompagna costantemente durante il corso della nostra vita?
Boris Zarcone