Non tutto il male viene per nuocere, ovvero “quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla”.
Vi raccontiamo una storia a lieto…inizio, curiosi di conoscerne la fine, dopo il 4 maggio.
Con lo stop di tutte le attività i fiori in città hanno ripreso a spuntare e come conseguenza è diminuito il rischio di estinzione delle api.
Un anno mirabile dunque per ricostruire ecosistemi portati verso la precarietà e salvaguardare questo prezioso insetto, utile soprattutto per la sopravvivenza dell’uomo.
Lo ha dichiarato la più grande organizzazione europea per la conservazione delle piante selvatiche, Plantlife.
Stare chiusi in casa, chiudere le fabbriche e le misure restrittive hanno permesso di ridurre tutte le falciature, traffico e inquinamento. Questo ha permesso la crescita di fiori selvatici, che aiutano a ripristinare il delicato equilibrio dell’ecosistema naturale in cui vivono le api.
Centinaia di specie di fiori selvatici crescevano ormai da anni quasi solo lungo i cigli delle strade: inter specie preziose per le api che sono state eliminate via via che si convertivano i prati naturali in terreni agricoli e complessi residenziali.
(FONTE: HABITANTE.IT)