La Food and Drugs Administration (Fda) statunitense ha approvato l’utilizzo dell’Aduhelm, un farmaco contro la sindrome di Alzheimer. Lo riferisce una nota. L’autorizzazione era attesa con grande attenzione in quanto era dal 2003 che non veniva approvata una nuova terapia contro questa malattia.
È il primo farmaco approvato in quasi vent’anni dall’Fda per l’Alzheimer, una malattia che interessa milioni di persone e le loro famiglie: quasi 6 milioni di casi in Usa, 500 mila malati solo in Italia. L’Fda ha approvato il farmaco a condizione che l’azienda produttrice, Biogen, conduca ulteriori test clinici, dal momento che i risultati della prima fase di sperimentazione sono stati giudicati incompleti.
Questi risultati avevano sollevato dubbi sull’efficacia dell’Aduhelm, tanto che la commissione di consiglieri indipendenti competente per le malattie nervose dell’Fda aveva espresso parere contrario all’autorizzazione del farmaco e diversi esperti ne avevano sconsigliato l’approvazione.
L’Aduhelm sarebbe il primo farmaco a intervenire in modo diretto sui meccanismi fisiologici dell’insorgere della malattia, ovvero la formazione di placche betamiloidi sul cervello. I test hanno mostrato, nei pazienti con i primi sintomi della malattia, ovvero perdita di memoria e prime difficoltà nel ragionamento, una riduzione di queste placche.
La terapia, che consiste in iniezioni mensili, non è stata tentata su pazienti con sindrome a uno stato avanzato. L’Fda sottolinea la grande attenzione mediatica sollevata dal trattamento e avverte che i dati forniti da Biogen “sono estremamente complessi e lasciano dubbi residui sui benefici clinici”.
L’agenzia Usa ha riconosciuto che “la comunità degli esperti ha offerto prospettive differenti” ma ha spiegato di aver scelto la procedura dell’approvazione accelerata, utilizzata per fornire accesso a terapie per malattie gravi per le quali non esistono cure sufficienti, dopo aver concluso che “i benefici per i pazienti con Alzheimer trattati con l’Aduhelm superano i rischi della terapia”.
(da www.agi.it)