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Anthony Albanese, “l’italiano” che potrebbe guidare l’Australia

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MELBOURNE – Anthony Albanese, il leader del Partito laborista che oggi potrebbe essere eletto primo ministro dell’Australia, seppe solo all’età di 14 anni che suo padre Carlo, originario di Barletta, era vivo e vegeto, e non era morto in un incidente stradale come sua madre Maryanne Ellery, australiana d’origini irlandesi, gli aveva fino ad allora raccontato. Il giovane Anthony venne anche a sapere che i suoi genitori non si erano mai sposati, come invece gli era stato fatto credere: Maryanne aveva incontrato Carlo nel 1962 in viaggio tra Sydney e Southampton sulla nave da crociera Fairsky, dove l’immigrato italiano lavorava come steward.

All’arrivo in Inghilterra la fugace relazione tra i due terminò. Maryanne Ellery seppe più tardi di essere incinta, quando aveva già fatto ritorno in Australia. Scrisse a Carlo Albanese, informandolo della gravidanza, ma questi rivelò d’essere già impegnato con una donna a Barletta. L’australiana decise di dare il bambino in adozione, ma dopo il parto cambiò idea e si convinse a crescere il figlio da sola. Per preservare le apparenze nell’Australia conservatrice d’inizio anni Sessanta, tuttavia, preferì fingere d’essersi sposata e di essere rimasta vedova, assumendo quindi il cognome del padre del bambino.

Solo nel 1977, quando era già parzialmente paralizzata da un’artrite reumatoide che avrebbe segnato il resto della sua vita, Maryanne Ellery trovò la forza di raccontare la verità a suo figlio Anthony. Gli disse che suo padre, per quanto ne sapeva, poteva essere ancora vivo. “Credo sia stato molto traumatico per lei”, avrebbe raccontato Anthony in seguito. Il giovane, legato alla madre da un rapporto particolarmente forte, decise tuttavia di non cercare suo padre Carlo. Si risolse a farlo solo nel 2002, alla morte di sua madre, quando già aveva intrapreso la carriera politica entrando in parlamento con il Partito laborista. Del padre conosceva solo il nome, la nazionalità e la nave a bordo della quale lavorava. Attraverso la compagnia marittima della Fairsky, la Sitmar Cruises, riuscì a ottenere un indirizzo.

Scrisse una lettera, omettendo di essere il figlio di Carlo, e tempo dopo ricevette una risposta da un avvocato di Barletta. Anthony Albanese decise quindi di partire per la Puglia, e nel 2009 incontrò per la prima volta suo padre (assieme a due fratellastri della cui esistenza era venuto nel frattempo a conoscenza). Carlo Albanese morì di cancro nel gennaio 2014, ma suo figlio riuscì a fargli visita un’altra volta in Italia nel 2013 per dirgli addio. “Durante la campagna elettorale del 2013 Kevin Rudd (leader laborista che sarebbe diventato primo ministro quell’anno) sapeva che sarei dovuto partire da un momento all’altro per salutare mio padre”, avrebbe poi raccontato Anthony.

Quello stesso anno Albanese si candidò per la guida del Partito laborista contro Bill Shorten, che tuttavia godeva di maggior sostegno tra i parlamentari e vinse. Questo non impedì a Shorten di nominare Albanese ministro ombra per le Infrastrutture e per il Turismo e, successivamente, ministro ombra per le Città. Albanese ci riprovò nel 2019, quando Shorten annunciò le dimissioni da leader laborista a seguito della sconfitta elettorale di quell’anno. Stavolta, all’età di 56 anni, riuscì a ottenere la guida del partito e, dunque, a diventare leader dell’opposizione al primo ministro uscente, il liberale Scott Morrison. Proprio a quest’ultimo Albanese contenderà domani la guida del futuro governo australiano. Gli ultimi sondaggi attribuiscono al laborista un vantaggio pur assottigliato rispetto a qualche settimana fa. Le elezioni sono seguite con grande attenzione dagli osservatori internazionali, poiché negli ultimi anni l’Australia è diventata un tassello cruciale dell’architettura di sicurezza degli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico, una regione destinata a diventare sempre più centrale nello scenario globale. Albanese si è già detto pronto, in caso di vittoria, a volare a Tokyo per partecipare al vertice Quad assieme al presidente statunitense Joe Biden e agli omologhi di Giappone e India, rispettivamente Fumio Kishida e Narendra Modi. Sempre in caso di vittoria, Albanese sarà il primo leader di origine italiana ad assumere la guida di un Paese anglosassone.

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