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Alice e la poesia che entra nel profondo dell’anima

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Leggere la poesia non è facile. Alcuni dicono che sia un genere di nicchia, altri che sia qualcosa di ostico, altri ancora che sia un genere per un’élite di uomini dal cuore sensibile. “La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole. Vita che vive al di fuori di un corpo, e quindi anche al di fuori del tempo. Vita che si paga con la vita”. Queste le parole di Sebastiano Vassalli, che definisce la poesia un “amore lontano”, qualche cosa di misterioso e potente che si insinua nella vita di tutti i giorni, ma ne sta sempre oltre. E queste stesse parole ben esprimono il senso e il valore della poesia di Alice Luceri, giovane poetessa nuorese di soli 23 anni.

Alice è una giovane donna dal cuore immenso. Come spesso è solita ripetere “ha vissuto finora un’infanzia a dir poco travagliata, tra viaggi per ogni dove, degenze in ospedali, risate fra compagni di scuola e giornate interminabili trascorse con amici. Ma si cresce. Le persone cambiano e come diverse si vedono di fronte ad uno specchio, diverse appaiono inoltre agli occhi di chi gli sta intorno. Si matura, si impara ad accettarsi così come si è e s’inizia a capire chi si sta diventando realmente. S’intraprendono i primi sentieri decisivi che aiutano la propria personalità a determinarsi e ad affermarsi; grazie alle esperienze vissute, alle decisioni prese e alle persone conosciute. Talvolta si sbaglia. Ma come si cade bisogna imparare a rialzarsi fino a che questo gesto non diventi un’azione automatica ma un gesto da evitare poiché incorrendo negli stessi errori poi s’impara ad affrontare meglio il domani”.

Grande estimatore della penna di Alice, il professor Pustorino dice di lei che “leggendo le sue creazioni si avverte un senso di vuoto pieno, di gioia infinita, che non appartiene né al tempo né allo spazio, ma al mondo. Il mondo reale che, nonostante tutto, nonostante i dolori e le sofferenze che spesso ci regala si continua incessantemente ad amare. Su questo amore si disegna la linea che attraversa l’itinerario poetico di Alice, percorso da emozioni, scandito da immagini che evocano una profonda sensibilità, una rara capacità di guardare le cose con sguardo di meraviglia; di scoprire con stupore la natura, di ritrovare negli elementi che la compongono frammenti di sé. Una miscela di suono e anima”.

La giovane poetessa al vento, al sole, al campo di grano, al mare, alla luna affida i suoi pensieri come ad uno specchio il riflesso dei suoi sentimenti più nascosti, delle sue emozioni più vere. Alice fa ricorso a un linguaggio ricco di significato, fatto di metafore, di sinestesie che esprimono le sue sensazioni e le sue emozioni, capace di rivelare un ricchissimo mondo interiore in cui solitudine, tenerezza, amore, sogno, illusione, sono portati a momenti di estrema trasparenza, come se passassero attraverso una luce. Sempre secondo il professor Pustorino “lo stile delle poesie di Alice corrisponde all’inseguimento di una musica nascosta, di un ritmo segreto; e nei suoi versi le parole hanno il dono, la grazia, l’incanto di essere esatte e leggere, semplici nella loro essenzialità, nitide, limpide, di pregnante efficacia espressiva. Le parole di Alice rilevano la sua capacità di cercare e trovare una tenuta del particolare, delle piccole grandi cose, di guardare allo spessore delle cose con uno sguardo diverso, incommensurabile, che rende nuovo ciò che appare conosciuto”.

Nonostante la sua giovanissima età le liriche di Alice rimandano a temi antichi ma sempre attuali: il viaggio, la bellezza della natura, la brevità della vita, le illusioni e le disillusioni, la solitudine, la gioia, il dolore e la speranza. Il linguaggio poetico di Alice genera emozioni che trasmettono le vibrazioni dell’anima. Esso è un linguaggio evocativo che riporta alla mente ricordi, odori, colori, sentimenti nascosti e timidamente celati nella profondità dell’animo umano che si traducono appunto in emozioni. Una poesia, la sua, capace di cogliere ciò che va oltre la superficialità del vissuto. “Vivo della poesia come le vene vivono del sangue”, scriveva Antonia Pozzi, e Alice condivide l’idea che la poesia sia il mezzo che la lacrima sfrutta per rimanere impressa sul viso di colui che piange. Per questo afferma fermamente “Toglietemi tutto ma non la libertà di espressione, la libertà di creare versi di pura poesia”.

Virginia Mariane

Ps. Dimenticavo: Alice è mia figlia.

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