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TORNA L’ORA LEGALE. MENO SONNO E PIU’ SOLE. RIFLESSIONI ALLA LUCE DI SARS-COV-2 TRA ARCOBALENI E BANDIERE D’ITALIA

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Dunque, ri-eccoci.

L’ennesimo cambio di ora (da solare a legale), che – nonostante proclami vari – ancora non è stato “tolto dalla circolazione”.

Nella notte tra sabato 28 marzo e domenica 29 marzo, tutti svegli a “sottrarre 1 ora al tempo”, manomettendo gli orologi il cui orario andrà posticipato di 1 ora, appunto.

Una trovata “geniale” che pagheremo dormendo 60 minuti in meno, forse, dei cui luminosi effetti ci sarà possibile godere fino al prossimo ottobre.

Fino a qua, l’articolo potrebbe essere stato scritto in qualsiasi altro anno in cui l’ultimo fine settimana del mese di marzo ricade proprio tra il 28 ed il 29 del mese.

Quest’anno, però, le cose stanno procedendo in modo molto diverso.

L’emergenza pandemica sars-cov-2 che ci vede tutti in casa da diversi giorni e per molti altri, facendoci perdere il senso del tempo: ore e giorni si susseguono le une uguali agli altri, al punto che poco ci interessa che anche il tempo si fermerà insieme a noi, almeno per una delle sue ore.

Forse, anzi, ne saremo felici: se tutti si devono fermare, è giusto che lo faccia colui che tutto muove, senza arrestarsi mai, il tempo appunto.

Oddio, però, così facendo lui, il tempo, non passerà veramente più e la nostra diverrà una quarantena infinitamente eterna…

Dormiremo meno?

Almeno quest’anno è quasi certo che così non sarà: nessun appuntamento domenicale cui non possiamo ritardare, sia esso il pranzo in famiglia, la messa di mezzodì o la partita di calcio del figlio prodigio (o anche prodigo, che -causa emergenza- ha dovuto fare – sommesso e dimesso – ritorno nella dimora di famiglia).

E che dire delle interminabili giornate di luce?

Quelle sì, forse per la prima volta in assoluto ci faranno un grande dispiacere.

A cosa serve una bella giornata di gran sole, che dura, perdura e non ci lascia, se la sola cosa che ci è permesso fare è osservarlo dalla finestra di una stanza, magari quella dei bambini, in cui il sole si unirà alla magia di un arcobaleno colorato e di una bandiera d’Italia che si agita al vento di primavera?

Io ho una risposta: trascorrere più tempo ad osservare quell’arcobaleno, quella bandiera che unisce la nostra finestra a quella del vicino vicino e di quello più in là, tutti sul fronte di una guerra tremenda che emozioni buone ci regala, talvolta.

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