Quello che sarà il destino dei nostri studenti, dalla prima classe fino ai diplomandi, è un argomento che interessa a buona parte della popolazione italiana.
Abbiamo fatto una ricerca, per carpire qualche notizia che potesse aiutare noi e voi a fare un po’ di luce in materia.
Riteniamo fonte autorevole la sottosegretaria Anna Ascani che, in una intervista rilasciata a Repubblica, così “racconta” l’anno scolastico post COVID-19.
Leggiamo.
“L’anno deve partire in presenza, in modalità quasi esclusiva. Si possono immaginare lezioni a distanza solo per gli studenti delle superiori.
Per gli studenti delle scuole superiori il rientro sarà subordinato al recupero delle insufficienze assegnate nella valutazione finale dell’anno scolastico 2019/20 e avrà inizio il 1° settembre.
Poi la data di inizio per tutti, ancora non stabilita, da concordare con le regioni.
Per assicurare le misure di distanziamento sociale imposte dall’emergenza sanitaria, si pensa di suddividere le classi dei più piccoli in gruppi: quando il primo fa matematica, il secondo sarà nel laboratorio d’arte o impegnato nello sport. Dobbiamo ampliare l’offerta.
In ogni caso, ci saranno tanti problemi da affrontare: dalla sicurezza, all’ampliamento dell’offerta formativo, al ripensamento della didattica, ai docenti in più che serviranno, ai nuovi spazi da individuare.
Mesi di lavoro intensi in cui si spera non ci sia una recrudescenza dell’emergenza sanitaria ma che potranno essere l’occasione per dare un volto nuovo alla scuola”.
Questo per ora è tutto dal fronte caldo della scuola.