A Roma, in ottemperanza al decreto del Presidente del Consiglio per fronteggiare l’emergenza coronavirus, è stata inviata ai VIGILI URBANI una CIRCOLARE che contiene precise istruzioni su quali PRODOTTI ALIMENTARI possano essere venduti e quali no.
La CIRCOLARE, firmata da Massimo Ancillotti, dirigente dell’unità Studi e Applicazione Normativa della Polizia Locale di Roma Capitale, spiega a tutti i VIGILI URBANI come interpretare il DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
In particolare la CIRCOLARE FA ESPRESSAMENTE RIFERIMENTO AL PUNTO 1.4 DEL DECRETO.
COSA DICE IL PUNTO 1.4 DEL DECRETO?
Si parla dei laboratori di panificazione e si “conferma” che tale attività “può essere esercitata”. Essa comprende “oltre alla preparazione di vari tipi di pane e grissini, anche la preparazione di pizza e focacce tipiche di panificazione sia bianche (semplici o condite con olio e rosmarino) sia rosse (condite al pomodoro ed olio) e di pasticceria secca. Non si deve considerare compresa la pizza condita e farcita diversamente. Si ribadisce che nello svolgimento dell’attività non può essere mai consentito il consumo sul posto, né, ovviamente, alcuna altra forma di somministrazione”.
Da ciò deriva che i forni della capitale potranno produrre solo pizza bianca, focacce, pizza al pomodoro, pane, grissini, biscotti secchi e niente altro.
Bandita è la pizza margherita, ma son anche ogni altro tipo di pizze farcite come ad esempio quelle con mozzarella, verdure, prosciutto…
IL MOTIVO?
Latticini, salumi, verdure sono prodotti da utilizzarsi freschi, mentre pomodoro (salsa), farina, olio non lo devono essere e si considerano “materie prime” di magazzino.