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Il piacere della lettura comincia da piccoli

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La lettura è una delle prime scoperte interessanti che l’uomo sperimenta. Se il parlare avviene in maniera istintiva, il leggere, diversamente, si acquisisce attraverso un insegnamento specifico. Il bambino impara ben presto a decodificare i segni grafici e a decifrare il significato delle parole. Crescendo, sarà in grado di mettere in moto un processo complesso e creativo, capace di suscitare soddisfazione e appagamento.

Secondo quanto riportato dai dati Istat sulla lettura dei libri in Italia, negli ultimi anni, il numero dei lettori  continua a calare. Si registra che  il 41,0%, a partire dai 6 anni d’età, ha letto solo un libro per motivi non professionali. Sono le donne ad avere una maggiore inclinazione alla lettura: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 34,5% degli uomini, ha letto un libro nel corso dell’anno. La quota più alta di lettori si riscontra tra i ragazzi di 11-14 anni, ma per motivi soprattutto scolastici. Persistono ampi divari territoriali: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (28,3%), quasi una su due in quelle del Nord-est (49,0%). Dati piuttosto sconfortanti che rilevano lo scarso interesse verso la lettura a favore  di un uso quotidiano  di espressioni in codice, parole di transizione, slang e tormentoni utilizzati soprattutto dai giovanissimi, destinati, poi, con la crescita, a scomparire.

Sono tante le iniziative adottate da ogni ordine e grado di scuola per suscitare nei giovani il piacere e la curiosità di leggere. Molte scuole d’Italia saranno interessate dal percorso formativo “Libriamoci- Giornate di lettura nelle scuole”, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca attraverso la Direzione Generale per lo Studente e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Una pratica quotidiana di lettura, scevra da ogni tipo di valutazione strettamente scolastica, può far nascere una propensione verso questa attività, anche nei confronti di coloro che ne sono meno attratti.

Come si diventa un buon lettore? Diventare un buon lettore, consapevole, abile e curioso, comporta uno sforzo maggiore, in quanto richiede saper scegliere cosa leggere, saper valutare ciò che si legge e saper trasferire ciò che si è letto per arricchire le proprie conoscenze e la propria personalità.

Il buon lettore è anche chi, come scrisse Calvino, “aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino di altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli. Nell’approssimarsi delle ferie, il Buon Lettore gira i negozi dei librai, sfoglia, annusa, ci ripensa, ritorna il giorno dopo a comprare; a casa toglie dallo scaffale volumi ancora intonsi e li allinea tra i fermalibro della sua scrivania”.

Amalia Ammirati

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