Mentre l’Italia intera si è fermata, il suo – anzi NOSTRUM – Mar Mediterraneo al contrario sta accelerando la sua “ascesa”.
Entro fine secolo è prevista una sua crescita 3 volte superiore a quella degli ultimi 1000 anni. A rischio 33 aree del paese.
E’ quanto ci viene riportato da una recente ricerca condotta da ENEA, INGV e le Università di Roma “La Sapienza”, Bari “Aldo Moro”, Lecce, Catania, Haifa (Israele), Parigi e Marsiglia (Francia).
Dati alla mano, negli ultimi mille anni il Mar Mediterraneo sarebbe cresciuto di 30 cm
“In mille anni – spiega Fabrizio Antonioli del Laboratorio Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA– il Mediterraneo è aumentato da un minimo di 6 a un massimo di 33 cm, un livello inferiore del 65 per cento rispetto alle più recenti proiezioni dell’IPCC (il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite), secondo le quali l’innalzamento del mare a livello mondiale è stimato tra i 60 e i 95 cm entro il 2100”. I modelli climatici mostrano dunque una netta accelerazione connessa principalmente al riscaldamento globale e al cambiamento climatico causati dall’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera. Aumento, ricorda Antonioli, “che negli ultimi quattro anni ha superato in modo stabile il valore di 400 ppm, un livello mai toccato sulla Terra negli ultimi 23 milioni di anni”. “In Italia – conclude Antonioli – sono 33 le aree a rischio a causa dell’aumento del livello del mare. Le aree più estese si trovano sulla costa settentrionale del mare Adriatico tra Trieste e Ravenna, altre aree particolarmente vulnerabili sono le pianure costiere della Versilia, di Fiumicino, le Piane Pontina e di Fondi, del Sele e del Volturno, l’area costiera di Catania e quelle di Cagliari e Oristano. Il massimo aumento del livello delle acque è atteso nel Nord Adriatico dove la somma del mare che sale e della costa che scende raggiungerà valori compresi tra 90 e 140 centimetri”.
(fonte: rinnovabili.it)