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Tra maglioni e tramonti viaggio alle Isole Aran

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Le Isole Aran, Inishmore, Inishmaan e Inisheer, sono tre isole rocciose situate all’imbocco della baia di Galway, nell’Irlanda occidentale. Sono le ultime terre ad ovest prima di raggiungere l’America. Sono conosciute per i tipici maglioni lavorati ai ferri, per i paesaggi selvaggi e le suggestive casette con i tetti di paglia, ma sono altresì note per i siti antichi che vi sorgono. Queste tre isole hanno conservato la cultura e il patrimonio della vita tradizionale irlandese e affascinano le migliaia di turisti che le visitano ogni anno.

Tramonto alle isole Aran

Le Isole Aran sono una delle destinazioni più affascinanti dell’Irlanda, un luogo con un’atmosfera del Vecchio Mondo in cui i locali parlano gaelico irlandese tra di loro. I traghetti partono tutti i giorni da Rossaveal (Ros a Mhíl), appena fuori dalla città di Galway, tutto l’anno, o da Doolin nella contea di Clare, con corse disponibili da marzo a ottobre, ma ci si può arrivare anche in aereo. Inishmore è la più grande delle tre isole (“Mór”, in irlandese, significa appunto grande), la sua popolazione conta circa 800 abitanti. L’isola è lunga 12 km e larga 3 e il suo paesaggio è caratteristico. Chilometri di mura in pietra e calcare fessurato si estendono fino alle enormi scogliere sul lato occidentale dell’isola e cingono e dividono i campi coltivabili. Il panorama mozzafiato è caratterizzato dalla linea di costa scolpita dalle onde, da antiche rovine di monumenti perdurati nel tempo che affascinano per la loro storia e le suggestive forme, dal tripudio di colori che la natura regala ad ogni stagione. Una vivace vita notturna e allegri caffè e ristoranti rendono piacevole il soggiorno e spesso capita di scorgere, durante le passeggiate immersi nella natura, una prosperosa colonia di foche, cigni selvatici, anatre e uccelli rari.

Il relitto della Plassey

Tra le sue meraviglie un fortilizio di epoca cristiana, da dove parte un lungo sentiero che conduce su una scogliera sferzata dal vento e alta circa 90 metri. Qui non si dispone di alcuna protezione e si gode di una vista mozzafiato che rapisce tutti i sensi e ti fa innamorare del posto. ll forte di Dun Aonghasa si erge su una scogliera di 300 piedi che attraversa l’intera sezione occidentale di Inishmore. È costituito da tre pareti concentriche in pietra a semicerchio che sono massicce in spessore e altezza, mentre la data esatta della sua costruzione è sconosciuta, si ritiene che risalga alla tarda età del bronzo. Da qui, in una giornata limpida, si può vedere per miglia godendo questo meraviglioso spettacolo avvolto nel silenzio. Qui si possono trovare alcuni dei paesaggi più cupi, insieme all’opportunità di guardare i pescatori in maglioni di lana trasportare le loro prede nelle tradizionali barche di currach e camminare tra un labirinto di muri di pietra, contemplando la vita nella pace e nella quiete.

L’isola offre ai visitatori anche altre meraviglie da esplorare, ad esempio le capanne degli alveari. Sono case in pietra che risalgono al Medioevo, hanno forma ovale all’esterno e sono rettangolari all’interno. Sebbene lo scopo delle capanne sia sconosciuto, una teoria è che servivano da alloggio temporaneo per i pellegrini religiosi. Altra località tipica del posto e imperdibile è Wormhole, una straordinaria formazione rocciosa naturale che sorge lungo la costa meridionale dell’isola. L’acqua del mare si precipita in essa attraverso una grotta sotterranea, o quando la marea è alta, riempiendosi dall’alto. Inishmaan significa “isola di mezzo” ed è qui che vengono realizzati i famosi maglioni di Aran. Secondo la leggenda si racconta che i particolari e caratteristici maglioni di queste isole siano nati per distinguere i pescatori che salpavano la notte per andare a pesca. Se qualcuno, infatti, fosse affogato e ritrovato, probabilmente dopo parecchie settimane, sarebbe stato possibile identificare il suo corpo dalla fantasia del maglione.

Una capanna per alveari

Inishmaan è la seconda isola in ordine di grandezza ed è anche la più lontana dalla costa. Abitata da poco più di 150 persone, è caratterizzata da suggestivi cottage e centinaia di piccoli muri di pietra che delimitano gli appezzamenti di terreno. Nel cuore dell’isola c’è un paesaggio che si potrebbero ammirare per ore: rocce color cenere decorate da fiori delicati, verdi prati e l’Oceano Atlantico che rumoreggia in lontananza. Delle tre, questa è la meno visitata delle Aran, ma qui ci si potrà ritrovare facilmente da soli sulle scogliere a picco sul mare che tolgono il respiro, sulle spiagge deserte e lungo le strade di campagna senza neanche una macchina.

La più piccola delle tre è Inisheer, la più vicina alla terraferma e anche la più tranquilla. L’isola è grande solo due miglia quadrate ed è facilmente percorribile a piedi, ma uno dei modi migliori per vedere il posto è fare un tour con un pony e visitare il Plassey, il relitto di una nave mercantile naufragata nel 1960 che ormai da più di sessanta anni è diventata parte integrante della comunità. La Plassey è affondata in una notte dell’8 marzo del 1960. Durante quella notte navigava attraverso la baia di Galway trasportando un carico di whisky, e fu colta di sorpresa da una spaventosa tempesta che la fece naufragare spingendola verso le Finnish Rock. Un gruppo di abitanti dell’isola riuscì a mettere in salvo l’intero equipaggio della nave e, alcune settimane dopo, una seconda tempesta spinse la nave verso terra, sull’isola, dove ancora è incagliata da allora.

Ciò che caratterizza Inisheer è una spiaggia di sabbia bianca fine e leggera, accarezzata da acque cristalline. È un perfetto primo approccio con un’isola che accosta momenti di fragile bellezza all’affascinante ruvidità della roccia calcarea, tipica dell’area. È costituita da un tavolato di pietra calcarea nel quale si snodano ruscelli, sorgenti e pozzi e tra questi il più importante è quello di San Enda, santo patrono dell’isola. Si dice che il pozzo non si prosciughi mai e che la sua acqua sia miracolosa. Molti considerano le isole Aran quanto di meglio l’Irlanda può offrire dove gli abitanti parlano ancora la lingua gaelica e conservano usi e costumi dei loro avi.

Ciò che rende affascinanti questi luoghi sono i massi giganteschi che le circondano e che ad oggi rimangono ancora un mistero. L’ipotesi più logica avanzata dagli scienziati per spiegare lo spostamento di questi grandi massi è quella di un forte sisma marino che avrebbe provocato un maremoto e di conseguenza lo spostamento dei massi verso l’interno dell’isola. Non sono però mai state trovate sufficienti prove scientifiche in grado di sostenere questa tesi e di testimoniare un sisma così violento. Le leggende tramandano invece di lavori operati da giganti o creature extraterrestri. Una recente ricerca, apparsa su The Journal of Geology, ha evidenziato che non è necessaria la forza di un sisma per lo spostamento dei grandi massi presenti nelle Isole, ed è probabile che siano bastate delle “semplici” onde gigantesche e qualche temporale, per modificare la conformazione geologica del luogo. Perciò sono venute meno le teorie riguardanti cataclismi o creature venute dallo spazio, ma si ritiene sia stato l’ordinario scorrere dell’oceano a plasmare il misterioso ed affascinante paesaggio delle Isole Aran.

Nei mesi di aprile, maggio e giugno, si può rimanere piacevolmente sorpresi dalla varietà di fiori selvatici colorati che crescono nel paesaggio calcareo carsico delle isole. Tra i più bell, la genziana di primavera, un abbagliante fiore dalle tonalità blu che cresce nelle aree erbose dove la vegetazione viene mantenuta bassa dal pascolo del bestiame. I tramonti di una qualsiasi delle isole Aran sono assolutamente spettacolari e nelle Aran decisamente si respira un’aria da vecchia Irlanda. Ecco perché, prima o poi, questo luogo incantato, misto di leggenda, mistero e tradizione merita di essere visitato e vissuto nella sua essenza.

Virginia Mariane

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