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GUANTI E MASCHERINE. ISTRUZIONI PER LIBERARSENE IN MODO SOSTENIBILE

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Guanti e mascherine non devono mai essere gettati per terra o in mare.

“Mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati, ma sempre posti prima dentro ad un sacchetto chiuso per evitare contatti da parte degli operatori ecologici”, sono queste le chiare indicazioni del Presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro.

Unica eccezione i guanti in vinile che devono essere smaltiti nei contenitori destinati ai rifiuti di plastica.

Nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, deve essere interrotta la raccolta differenziata e tutti i rifiuti domestici, indipendentemente dalla loro natura e includendo fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, mascherine e guanti, devono essere considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme. Per la raccolta dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore, possibilmente utilizzando un contenitore a pedale; si dovrà, inoltre, chiudere adeguatamente i sacchi utilizzando guanti monouso, non schiacciare e comprimere i sacchi con le mani ed evitare l’accesso di animali da compagnia ai locali dove sono presenti i sacchetti di rifiuti.

NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Si raccomanda, innanzitutto, di non gettare i guanti e le mascherine monouso in contenitori non dedicati a questo scopo, quali, per esempio, cestini individuali dei singoli ambienti di lavoro, cestini a servizio di scrivanie o presenti lungo corridoi, nei locali di ristoro, nei servizi igienici o presenti in altri luoghi frequentati e frequentabili da più persone, ma gettarli negli appositi contenitori.

I contenitori dovrebbero preferenzialmente essere situati in prossimità delle uscite dal luogo di lavoro, per prevenire percorrenze di spazi comuni (corridoi, scale, ascensori) senza mascherina/guanti e senza possibilità del distanziamento fisico. Si raccomanda di adottare contenitori o comunque soluzioni che minimizzino le possibilità di contatto diretto del lavoratore che si disfa della mascherina o del guanto con il rifiuto e il contenitore stesso. I contenitori dovranno essere tali da garantire un’adeguata aerazione per prevenire la formazione di potenziali condense e conseguente potenziale sviluppo di microrganismi, e collocati preferibilmente in locali con adeguato ricambio di aria e comunque al riparo da eventi meteorici.

Il prelievo del sacco di plastica contenente i rifiuti in oggetto dovrà avvenire solo dopo chiusura dello stesso e ad opera di personale addetto. Si raccomanda che, prima della chiusura del sacco, il personale dedicato provveda al trattamento dell’interno del sacco mediante spruzzatura manuale (es. 3-4 erogazioni) di idonei prodotti sanificanti. I sacchi opportunamente chiusi con nastro adesivo o lacci saranno assimilati a rifiuti urbani indifferenziati.

L’AMBIENTE RINGRAZIA

Gettare mascherine e guanti per strada, in spiaggia o in mare può, infatti, causare un grave impatto ambientale oltre che sanitario. Il Politecnico di Torino ha stimato in circa 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese, la quantità di dispositivi impiegati durante la Fase 2. Se anche solo l’1% di questi fosse disperso nell’ambiente, ci troveremmo ogni mese ad avere 10 milioni di mascherine a terra e nei mari, ossia oltre 40mila chili di plastica.

(today.it)

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