Eh sì, riflettendo non troppo a lungo sugli ultimi accadimenti iper-nefasti che stanno colpendo l’intero pianeta, in modo diretto o indiretto, e in modo particolare il nostro bel paese, l’Italia, siamo giunti alla conclusione che dobbiamo essere grati al VIRUS CON LA CORONA.
L’umanità tutta, qualche istante prima che la diffusione del filamento di RNA fosse VIRALE, sia in senso stretto sia in senso lato, cioè prima che il VIRUS iniziasse a contagiare persone e contaminare “social- post”, stava versando in uno stato di “irreversibile crisi” globale e globalizzata che dilagava a velocità, ormai, incontrollate ed incontrollabili.
Il PIANETA stava implodendo finendo probabilmente in un buco nero e portandosi dietro tutto il peggio che l’uomo avesse prodotto, non lasciando respiro neppure a qualcosa di meglio, che dovrà pur esserci.
Grida di allarme si lanciavano da ogni parte, uscendo energicamente da tante bocche parlanti lingue diverse, di ogni età, da ogni dove, in infiniti modi.
Qualcuno le ha udite?
In molti, forse.
Molti le hanno trasformate in altro?
Pochi, purtroppo.
Eppure, qualcuno qualcosa doveva fare, se non proprio tutti quanti avrebbero dovuto…
Anche osservando la situazione di coma irreversibile in cui versava l’ITALIA, con pochissimo ossigeno libero a disposizione e sempre più bisognosa di fresche boccate di aria per rinvigorire polmoni ormai rinseccoliti da tanti effluvi contaminati da tutto e più, è evidente che la speranza stava – anche lei – scomparendo dietro le montagne del nord che ci separano da un’Europa che non ci ha mai amato, adesso è chiaro.
L’evidenza è lapalissiana.
Nessuna speranza, per noi italiani e anche cittadini di un mondo in cui la febbre era destinata a salire, piuttosto che scendere.
Ed è così che, come nella tragedia greca è il deus ex machina a garantire la catarsi altrimenti impossibile, un’energia nuova, una mente esterna o una scelta umana è intervenuta , innescando la miccia di ciò che avrebbe, in breve, scatenato quella guerra salvifica e depurativa per le menti e le coscienze di tutti quanti, che ci avrebbe fatto saltare a pie’ pari il “buco nero”, mostrandoci un mondo nuovo e diverso, consapevolmente ricostruito, questa volta senza errori o almeno con molti meno.
E si sa, una guerra comporta anche la perdita di persone care, immola vittime innocenti, stravolge e sconvolge la vita di ognuno, ma ha un obiettivo ben preciso: salvare quanto più possibile si possa traghettare oltre, sperando questa volta, sì di dare vita a qualcosa di diverso e grandioso.
Sopravviveremo a questa guerra virale, fortificati nei corpi, ma soprattutto “rivoluzionati” nelle menti.
Avremo imparato che la velocità ci è nociva.
Che mai come noi stessi dobbiamo rispettarci e valorizzare, ciascuno quello che possiede, tutti il contorno in cui vive.
Noi dobbiamo pensare a noi, come singoli e come collettività.
Nessun altro lo farà e lo farebbe.
Riprenderemo le misure gli uni con gli altri, riducendo la distanza imposta dal Governo, di 1 metro da tenere in questi giorni, torneremo a guardarci con spirito fraternamente rinnovato, ringraziandoci di esserci rispettati in periodo di guerra e tenendo ancora più a distanza chi non ci ha voluto bene.
Per questo, crediamo di dover dire grazie al VIRUS CON LA CORONA: ci permetterà di ricominciare da capo con la luce negli occhi, quella che stavamo tutti perdendo, accecati da un nulla che ci spingeva velocissimamente chissà dove, nell’imminente, nell’eterno buco nero, in un futuro prossimo.
Come nella tragedia greca alla catarsi, la purificazione, segue il fine lieto, anche per noi ci stanno aspettando giorni luminosi di rinnovata grandezza.
BASTA CREDERCI.
