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Con embargo gas russo fino a 12 milioni di tonnellate in meno di CO2 in atmosfera

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ROMA – Un eventuale embargo del gas russo produrrebbe in Italia un abbattimento delle emissioni inquinanti, e fino a meno 12 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che ha elaborato uno studio per capire come lo stop alle importazioni del gas russo potrebbe influire sull’ambiente e sull’aria che respiriamo. La ricerca di Sima considera due scenari caratterizzati da una riduzione delle forniture energetiche verso attività produttive, condomini e abitazioni private, escludendo il comparto dei trasporti. Nella prima ipotesi, una riduzione dei consumi energetici del 25 per cento rispetto agli standard attuali presso industrie, attività e case private, e per la durata complessiva di 3 mesi, determinerebbe una diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera pari a circa 9 milioni di tonnellate. Nel caso in cui il razionamento energetico fosse più pesante e pari al 33 per cento dei consumi attuali di luce e gas, l’abbattimento delle emissioni di CO2 raggiungerebbe il record di 12 milioni di tonnellate in 3 mesi, stima Sima.

I vantaggi per l’ambiente interesserebbero però anche altri inquinanti: il comparto “residenziale” è responsabile da solo del 64 per cento della quantità di PM2,5 prodotta e liberata in atmosfera, e del 53 per cento di PM10. Una riduzione del consumo di gas naturale per i riscaldamenti degli edifici porterebbe ad una conseguente riduzione anche delle emissioni di polveri sottili nell’aria – analizza la Società Italiana di Medicina Ambientale. Lo studio calcola poi i benefici legati ad una riduzione delle temperature dei riscaldamenti negli edifici pubblici e nelle abitazioni private: un calo di 1° C negli impianti di riscaldamento rappresenta un risparmio di circa il 7 per cento sulle emissioni di CO2, pari a -2 milioni di tonnellate immesse in atmosfera. “Un eventuale embargo del gas russo, se non accompagnato da soluzioni per coprire il fabbisogno energetico nazionale, porterebbe inevitabilmente ad una riduzione delle forniture di luce e gas a partire dal prossimo autunno, come previsto del resto dal Piano di emergenza nazionale sul gas – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Una riduzione che avrebbe innegabili effetti positivi sull’ambiente e, quindi, sulla salute umana, a patto tuttavia che il Governo non sostituisca il gas russo con un ritorno al carbone: una ipotesi che rappresenterebbe un enorme danno sul piano ambientale, con un conseguente aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera”, conclude Miani.

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