Cambia, todo cambia.
La meravigliosa canzone di Mercedes Sosa; chi la conosce?
L’abbiamo scelta come incipit di questo articolo perché riteniamo che sia una perfetta sintesi, in musica, della contemporaneità, tutta nostra.
Tutto cambia, nulla rimane uguale e sé, e la cosa più “particolare” è che ciò accade ad una velocità esponenzialmente crescente, a partire da un valore già di per se stesso molto alto (da multa di autovelox, senza possibilità di appello).
Bando alle ciance, tra le tante cose che sono cambiate ultimamente c’è anche un prodotto simbolo – quasi senza rivali – della tradizione di ogni popolo, almeno di molti (come il nostro).
Il vino.
Se, infatti, fino a poco tempo fa, ci si accontentava di sorseggiare un buon vino, oggi si ricerca qualcosa di altro ed oltre: che il vino sia ECO.
Quando il vino e’ ECO, bisogna fare chiarezza tra BIOLOGICO, BIODINAMICO E NATURALE.
IL VINO BIOLOGICO
Il vino biologico nasce con il Regolamento Europeo 203/2012.
Fino ad allora si parlava di “vino prodotto da uve da agricoltura biologica”.
Il vino biologico, ancora in un mercato fortemente di nicchia, è tale se:
- L’uva da cui deriva è coltivata esclusivamente con metodi biologici, senza il ricorso a composti di sintesi o OGM
- La vinificazione deve seguire un preciso protocollo previsto dal Regolamento Europeo
- La quantità di solfiti è ben precisa e determinata, a seconda del tipo di prodotto, dal medesimo protocollo
IL VINO BIODINAMICO
Il vino biodinamico non è ancora stato “ufficializzato” da un preciso atto normativo, ma comunque la sua produzione deve seguire rigorosamente regole puntuali.
La coltivazione dell’uva deve essere di tipo “biodinamico” ovvero senza l’utilizzo della chimica e minimizzando l’impiego di macchinari; nell’agricoltura biodinamica si trova ancora oggi il cavallo al posto del trattore e grandi anfore in terracotta sostituiscono i freddi enormi serbatoi in acciaio.
Il vino biodinamico, inoltre, ha una quantità molto limitata di solfiti.
IL VINO NATURALE
Il vino naturale è il più complesso da produrre, perché molto legato alle dinamiche naturali, ancora di più dei suoi “cugini” vini eco.
Il vino naturale è realizzato senza ricorrere ad additivi chimici e soprattutto senza alcun tipo di manipolazione da parte dell’uomo.
La vigna di origine può essere trattata ma solo con sostanza naturali, come ad esempio zolfo e rame.
Fermentazione e affinamento avvengono solo con lieviti indigeni e per questo la vinificazione ha tempi molto più lunghi rispetto agli altri vini.
I solfiti di un vino naturale sono quelli che si sviluppano naturalmente durante la fermentazione alcolica e possono essere aggiunti in minima quantità, solo se strettamente necessario.
DUE PAROLE SUI SOLFITI
I solfiti sono necessari affinché il vino si mantenga nel tempo.
Ciò di cui dobbiamo tenere conto, dunque, non è la loro presenza o meno, ma la loro concentrazione relativa: minore sarà e meno è l’impatto negativo dei solfiti sulla nostra salute.