Prende il nome dalla grossa pentola che veniva usata in passato per prepararla e si tratta di una zuppa di piccoli pesci e molluschi che i pescatori dell’Argentario erano soliti preparare e consumare nel corso della navigazione.
Dosi per 30 persone.
- 2,50 di pane raffermo
- Litri 2 di olio d’oliva
- 5 cipolle (bianche)
- Una grossa manciata di prezzemolo
- 8 spicchi d’aglio
- Concentrato di pomodoro (q. b.)
- Vino bianco (ansonaco)
- Peperoncino
- Sale (q. b.)
Pesce
- 1,50 di polpi di scoglio
- 1,50 di seppie
- Una quindicina di pesci misti (scorfani, sampietro, tracine, coccinelle, fragolini, gamberetti, ecc.
- Una trentina di spernocchie
Nel caldaro alla portercolese dovevano esserci anche: lampatelle, granitole e qualche peperone di mare.
In un ampio tegame mettere la cipolla, il prezzemolo tritati e l’olio d’oliva e metterlo al fuoco.
Quando ancora la cipolla non ancora imbiondita mettere i pezzi del polpo e delle seppie e quando questi sono abbastanza avanti nella cottura versare il vino bianco, e mettere il peperoncino e il concentrato di pomodoro.
Aggiungere ora acqua calda portando a cottura polpi e seppie.
A questo punto, aggiungere gli altri pesci ed altra acqua calda se necessaria.
Sentire come sta di sale e quando il sugo, abbondante, si è concentrato, versare sulle fette di pane abbrustolite su cui si è strofinato l’aglio.
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