Leggenda narra che il termine “borricche” derivi dallo spagnolo “burro” che significa “asino”, giacché esse sono molto simili alle orecchie di questi simpatici animali.
Le vecchie donne di Pitigliano, siamo nella Maremma Toscana in provincia di Grosseto, erano solite dire “borricche ricche, ricche!” volendo significare che la sfoglia usata per questo cibo aveva poco sapore e che il ripieno doveva perciò essere molto abbondante e saporito.
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I ripieni usati erano di vario genere, per cui noi forniamo la ricetta di una delle interpretazioni dolci.
BORRICCHE DI PITIGLIANO
Per il ripieno mescolare una tazza e mezza di zucchero, due cucchiai di cannella in polvere, due cucchiai di brandy e due di acqua.
Fare una sfoglia con 500 gr di farina, un pizzico di sale, acqua, mezzo bicchiere di olio e 100 gr di burro ammorbidito (liquefatto),
Tirarla sottile e tagliarla in 12 quadrati.
Spargere su ognuno un cucchiaio di ripieno e ripiegarli su loro stessi (come le orecchie di asino).
Spennellarli con il rosso d’uovo sbattuto con un cucchiaino di zucchero.
Infornare le borricche a 180°C 15-20 minuti e servirle fredde.
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