Come la Terra finalmente pare si sia fermata, evidentemente avendo trovato il suo nuovo equilibrio, così gli albanesi devono mettersi in moto per ritrovare il loro.
Il sisma è in stato di quiete, che purtroppo non sarà definitivo negli anni avvenire (speriamo secoli ed oltre), ed ora la “parola” anzi l’azione spetta al popolo d’Albania, già per altro attivo ed attivato dall’immediato dopo “prima scossa”.
Piano piano le luci delle telecamere del mondo si spegneranno ed il buio mediatico avvolgerà l’intero paese, ripiegato sulle macerie di una vita che pulsava energicamente e che assolutamente dovrà tornare a svolgersi nel suo quotidiano divenire.
Nel silenzio oltre il fragore mediatico, ad accendersi saranno le luci degli occhi- di chi è rimasto – su una realtà che ha perso i suoi riferimenti spazio-temporali, dissolti nella polvere degli edifici piegati a terra.
E’ nel buio e nel silenzio che nasce una consapevolezza nuova, dura e tremenda, con cui bisogna iniziare a fare i conti, di cui è necessario prendere le dovute misure senza le distanze, anzi immergendosi in essa con lo spirito combattivo di un popolo che la storia ha dimostrato essere forte.
La parola chiave dovrà essere, da ora in poi: RICOSTRUZIONE.
Ricostruire una nuova e diversa attitudine mentale, un nuovo e diverso atteggiamento psicologico, una nuova e diversa energia per andare avanti, facendo quanto più possibile che la necessità diventi virtù.
Qualcosa il terremoto ci ha insegnato e forse è così che va interpretato, del resto i più grandi insegnamenti sono il frutto di “dure le lotte” dentro e fuori di noi: dobbiamo avere più “amore” verso noi stessi e rispetto per il prossimo, cominciando dai luoghi in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo di vita, gli edifici.
E’ necessario che il GOVERNO intraprenda una chiara e puntuale azione tesa a regolamentare, come già è avvenuto in UE, l’uso del territorio e i processi edificatori che lo interessino.
Bisogna dare vita ad atti normativi che obblighino la progettazione a seguire direttive precise in materia di anti-sismicità, eco-sostenibilità ed anche bio-compatibilità.
Forse questo è il messaggio che la natura ci ha voluto dare: un cambiamento di rotta indispensabile per uno sviluppo sostenibile del paese, che – purtroppo – non avrebbe potuto essere compreso in un modo così dilagante se non con una dimostrazione tanto drammaticamente evidente.
Se così è, tutto il mondo ci pensi bene…la NATURA sta prendendo provvedimenti -lei stessa- difronte all’umana inerzia nelle reazioni a solerti azioni antropicamente devastanti.
Oggi è toccato al Paese delle Aquile, domani chissà.
Una gestione ambientalmente sostenibile del territorio a cui segua un’altrettanta edificazione a misura d’uomo, in termini di benessere diffuso e non di interesse individuale, è possibile ed è questa l’asso della manica che farà dell’Albania un paese nuovo e, soprattutto, rinnovato.
Ludovica Ambrogetti